
Nei centri fisioterapici la pulizia tutela i più vulnerabili
Il paziente che svolge la fisioterapia, soprattutto se vulnerabile, ha il diritto di sentirsi al sicuro in un ambiente sano e protetto.
L’European antimicrobial surveillance System, l’Agenzia Europea di controllo, ha dichiarato che le infezioni batteriche sono in aumento negli ospedali europei e molti antibiotici non riescono più a contrastare i germi patogeni.
Secondo le stime dell’Istituto Superiore di Sanità, in Italia ogni anno si verificano 450-700 mila infezioni in pazienti ricoverati in ospedale (soprattutto infezioni urinarie, seguite da infezioni della ferita chirurgica, polmoniti e sepsi). Di queste, si stima che circa il 30% siano potenzialmente prevenibili (135-210 mila) e che siano direttamente causa del decesso nell’1% dei casi (1350-2100 decessi prevenibili in un anno).
Sempre secondo le stime dell’ISS per ogni persona che contrae un’infezione in ospedale si calcola in media una settimana di degenza in più, considerando che una giornata di ricovero non costa meno di 500 euro, il costo per il S.S.N. raggiunge cifre ragguardevoli. Per tale motivo è sempre più necessario regolamentare le attività di pulizia e disinfezione in ambienti ospedalieri.
Per “pulizia” in ospedale, e nelle strutture sanitarie, si intende l’insieme di procedimenti e di operazioni atto a rimuovere ed asportare rifiuti, polveri e sporco, di qualsiasi natura esso sia, dalle superfici e dagli ambienti. Lo scopo è quello di concorrere sia ad una migliore qualità della vita del paziente e di chi ci lavora sia a diminuire la probabilità di diffusioni di microrganismi portatori di infezioni. L’operazione di pulizia di superfici e ambienti è un’operazione preliminare e indispensabile alla successiva disinfezione.
La pulizia e la disinfezione possono essere effettuate separatamente o essere condotte con un unico processo utilizzando prodotti che hanno duplice azione; la disinfezione non deve mai sostituirsi alla pulizia, dal momento che residui di sporco possono contribuire all’inefficacia del successivo processo di disinfezione; quindi un adeguato ciclo di asportazione polveri deve essere pertanto eseguito prima della disinfezione o comunque combinato con essa.
Ogni ambiente ospedaliero, poi, ha uno standard di pulizia ottimale che è funzione della destinazione d’uso dell’ambiente stesso e dei flussi circostanti.
In termini di rischio l’ospedale può essere diviso secondo la metodologia classica in tre macro aree di rischio infettivo:
Per “pulizia” in ospedale, e nelle strutture sanitarie, si intende l’insieme di procedimenti e di operazioni atto a rimuovere ed asportare rifiuti, polveri e sporco, di qualsiasi natura esso sia, dalle superfici e dagli ambienti. Lo scopo è quello di concorrere sia ad una migliore qualità della vita del paziente e di chi ci lavora sia a diminuire la probabilità di diffusioni di microrganismi portatori di infezioni. L’operazione di pulizia di superfici e ambienti è un’operazione preliminare e indispensabile alla successiva disinfezione.
La pulizia e la disinfezione possono essere effettuate separatamente o essere condotte con un unico processo utilizzando prodotti che hanno duplice azione; la disinfezione non deve mai sostituirsi alla pulizia, dal momento che residui di sporco possono contribuire all’inefficacia del successivo processo di disinfezione; quindi un adeguato ciclo di asportazione polveri deve essere pertanto eseguito prima della disinfezione o comunque combinato con essa.
Ogni ambiente ospedaliero, poi, ha uno standard di pulizia ottimale che è funzione della destinazione d’uso dell’ambiente stesso e dei flussi circostanti.
In termini di rischio l’ospedale può essere diviso secondo la metodologia classica in tre macro aree di rischio infettivo:
Nuove metodologie correlano il rischio per il paziente di contrarre infezioni in ambienti ospedalieri col grado di inquinamento ambientale legato in particolare alla diffusione di funghi e batteri con polvere generata da interventi di manutenzione o di ristrutturazioni edili. La classificazione dei pazienti a rischio di infezioni connesse con la diffusione di polvere nell’ambiente può essere differenziata in quattro gruppi:
Infine, indipendentemente dalle modalità di classificazione del rischio, i metodi e la frequenza di pulizia e sanificazione/disinfezione devono sempre essere adattati “all’uso” dell’ambiente stesso e dei flussi di persone. Ad esempio, in una sala operatoria le operazioni di pulizia vengono condotte con una maggiore frequenza e il transito dovrebbe essere controllato considerando che la contaminazione ambientale è soprattutto di origine umana.
È opportuno quindi fissare adeguati protocolli di pulizia e affidarsi ai prodotti migliori ed idonei per il mantenimento di un elevato livello igienico.
Il paziente che svolge la fisioterapia, soprattutto se vulnerabile, ha il diritto di sentirsi al sicuro in un ambiente sano e protetto.
Tutti gli ambulatori, dai medici di base agli specialisti, sono luoghi con un veloce ricambio di pazienti, ognuno con una sintomatologia e potenziali rischi di infezione differenti.
Il ruolo della pulizia è essenziale per tutelare la salute degli ospiti più fragili e quella di tutto lo staff sanitario coinvolto.
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